venerdì 30 ottobre 2009

Cristiano Ronaldo "smetterà". Lo dice lo stregone El Brujo

Il mensile SoFoot intervista Pepe El Brujo che dichiara che in cambio di 30.000 euro, ricevuti da una ex del portoghese, ha praticato il malocchio al fuoriclasse. "Giocherà al massimo altre tre partite", la minaccia dell'uomo


PARIGI, 30 ottobre 2009 – Cristiano Ronaldo è arrivato al capolinea. Tempo tre partite e sarà costretto a dire addio al calcio. Obbligato da una serie di infortuni che gli impediranno di continuare a giocare. Lo predice Pepe El Brujo, lo “stregone” che gli ha gettato il malocchio, su ordine di una ex del portoghese. Il tutto per la modica cifra di 30mila euro. Il mensile SoFoot ha svelato l’arcano intervistando il mago.

EX — “Il mese scorso – spiega Pepe – una donna straniera mi ha contattato. Era una ex fidanzata di Ronaldo che mi ha spiegato come lei gli avesse aperto molte porte e lui invece l’ha prima trascurata e poi lasciata. Così si è rivolta a me per vendicarsi chiedendomi di mettere un termine alla sua carriera”. Così il 26 settembre, il mago ha inviato un fax a Florentino Perez per avvertirlo che si sarebbe "preso cura" di Ronaldo, in particolare della caviglia, della colonna vertebrale e della testa dell'attaccante. Una settimana dopo, Ronaldo si è fatto male alla caviglia contro il Marsiglia: “E non è finita qui”.

INFORTUNI — Pepe El Brujo infatti prevede un nuovo infortunio per la star del Real Madrid che dovrebbe rientrare tra due settimane: “Giocherà al massimo altre tre partite e poi si farà male di nuovo e in modo più grave. Prima si penserà a una indisponibilità di quattro mesi, ma in realtà sarà obbligato a chiudere con il calcio”. La mamma di Ronaldo avrebbe preso la cosa sul serio e si sarebbe rivolta a uno stregone bianco per cacciare il malocchio. “Tutto inutile – dice El Brujo – peggiorerà le cose. Solo io posso togliere il malocchio e solo se me lo chiede la mia cliente”.

SOLDI — L’ex fidanzata avrebbe già pagato 15mila euro per vendicarsi. Altri 15mila li pagherà quando “Ronaldo annuncerà l’addio al calcio”. A Madrid, Pepe El Brujo è noto anche perché nel 2003 si era occupato” di Florentino Perez su richiesta di “due persone del consiglio di amministrazione”. Il mago colpì Beckham, Cambiasso, Ronaldo e Queiroz. Poi nel 006 fu il turno di Casillas, Sergio Ramos, Raul e di Cannavaro: “E il Real infatti non vinse più un granché”.

DOMENECH — Sollecitato da SoFoot, El Brujo ha studiato anche il caso Domenech. Il c.t. della Francia sarebbe vittima del malocchio, per volontà di un potente straniero. Un altro stregone avrebbe colpito Abidal, Lloris, Gallas, Evra e il bomber Gignac. Per questo la Francia è finita agli spareggi. Ma i Bleus possono stare tranquilli. Batteranno l’Irlanda e si qualificheranno per i Mondiali. Pepe El Brujo se ne sta già occupando. Sempre che non sia sconfitto a sua volta dall’acqua santa del Trap.

Rubano statua in bronzo di San Francesco ma non riescono a fuggire: pesa troppo

ROMA - Tranquilli, senza pudore, né timore di essere fermati, stavano rubando una statua di bronzo raffigurante San Francesco, collocata su una fontana. Li hanno sorpresi i carabinieri. E' accaduto a Roma, all'interno dei giardini pubblici di via del Serafico.

SETTANTA CHILI - La notte scorsa, i due ladri, muniti di appositi attrezzi da scasso, hanno raggiunto i giardini. I due - un romeno di 49 anni ed un romano di 47, entrambi pregiudicati e disoccupati - sono riusciti a staccare dalla fontana la pesante statua (circa 70-80 chili, per un metro e 70 di altezza) e a trasportarla vicino al loro furgone. A quel punto però, mentre si accingevano a caricare la statua rubata, sono stati notati da una pattuglia di carabinieri della Stazione Roma Cecchignola.

Il giardino dove è stato sventato il furto (Proto)
Il giardino dove è stato sventato il furto (Proto)
FUGA SENZA IL SANTO - Accortisi della pattuglia, i ladri hanno tentato di darsi alla fuga abbandonando il santo di bronzo, ma sono stati raggiunti e ammanettati. I militari li hanno bloccati e arrestati per furto aggravato in concorso. Condotti in caserma, sono stati trattenuti in attesa del rito direttissimo. La statua, presa in custodia dai carabinieri, sarà consegnata agli uffici competenti del Comune di Roma che provvederanno alla sua ricollocazione.

giovedì 29 ottobre 2009

Vero Verissimo Disagio

Non paga prostituta, sequestrato
per tre giorni dai «protettori»

Brutta avventura per un 45enne camionista ligure, prelevato da due albanesi e portato a Milano

MILANO - Ha litigato con la convivente e ha pensato bene di andarsene di casa e di passare una notte con una prostituta, anche se non aveva di che pagarla: pessima idea quella di un camionista 45enne ligure, che si è ritrovato vittima di un vero e proprio sequestro di persona ad opera di due albanesi. Soltanto tre giorni dopo l'incubo è finito, grazie ai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano e della Compagnia di Sesto San Giovanni, che hanno arrestato i rapitori.

LA NOTTE BRAVA - La vicenda ha inizio lunedì sera, quando Fabio litiga con la convivente e decide di concedersi una notte «brava» tra sesso e alcol. Si sposta a Genova, nella zona del porto, e gira per bar finché non abborda una prostituta italiana di 28 anni, Vittoria D. A., che poi porta in una locanda. Lì consuma un rapporto sessuale e le chiede di restare con lui tutta la notte. Il conto che la donna gli chiede al mattino è di mille euro, ma lui dice di non avere tutti quei soldi. La donna lo accompagna in banca, ma l'autotrasportatore non riesce a prelevare il contante. La prostituta avverte quindi il protettore, Etmond Frangu, albanese di 29 anni, che raggiunge i due. «Hai passato la notte con mia moglie - dice l'albanese, mentendo - e se non mi paghi facciamo del male alla tua famiglia, sappiamo tutto di te».

IL SEQUESTRO - A schiaffi lo costringe a consegnare le chiavi della sua auto, una Lancia Delta, e si mette alla guida, con a bordo la donna e l'autotrasportatore. Nel Milanese la banda viene raggiunta da un altro albanese, Dritan Krosi, 29 anni. I tre decidono di chiedere un riscatto alla famiglia e contattano la convivente dell'uomo, chiedendole 2 mila euro. La donna, dopo la telefonata, denuncia tutto ai carabinieri di Albenga, che dai primi accertamenti capiscono che il gruppo si sta muovendo verso Milano e avvisano i colleghi in Lombardia. La convivente dice di non avere possibilità di dare loro del denaro e la banda allora chiama la madre 75enne dell'uomo, che vive in Brianza, e fissa un appuntamento. L'anziana, dopo aver prelevato il denaro, incontra i rapitori, ma nel panico non riesce a trovare i soldi nella borsa e l'uomo non viene liberato. I rapitori allora le dicono di fare un bonifico via Western Union, ma la donna non ci riesce.

LA PAURA NEL BOSCO - Il rapito e gli albanesi passano la notte in auto, in un bosco in Brianza. L'uomo è preso dal terrore più totale, anche perché è continuamente minacciato: «Adesso diamo fuoco a te e all'auto». Il giorno dopo i familiari del rapito decidono infine di fare il pagamento alla convivente, che gira il denaro tramite Western Union al compagno in mano agli albanesi. Dai cellulari i carabinieri individuano il gruppo a Sesto San Giovanni e circondano la filiale della Western Union, dove il gruppo si è avvicinato alle dieci di mercoledì mattina per riscuotere la somma, facendo scattare gli arresti. I tre sono stati portati nel carcere milanese di San Vittore con l’accusa di sequestro di persona a scopo di estorsione.


lunedì 26 ottobre 2009

domenica 25 ottobre 2009

Dillo a Marrazzo!

Reclami, segnalazioni o richiesta informazioni?

giovedì 8 ottobre 2009

lunedì 5 ottobre 2009

Microsoft - Your life, our passion


Hotmail, la webmail nata nel lontano 1995 e poi acquisita da Microsft, non è mai stata così calda. Migliaia di utenze della posta elettronica - user id e password, dunque - sono state violate e pubblicate online. La notizia che fa tremare i polsi ai tantissimi utenti del popolare servizio di Msn - il più diffuso al mondo con oltre 400 milioni di account attivi - è stata inizialmente lanciata dal sito NeoWin e quindi ripresa dalla Bbc che ha avuto la conferma direttamente da Microsoft. Che ha annunciato come i propri esperti stiano «esaminando la situazione per intervenire al più presto».

Secondo gli americani del blog Neowin, gli account violati sono stati più di 10mila: le informazioni, forse raccolte tramite phishing, sarebbero state pubblicate il primo ottobre sul sito per sviluppatori Pastebin. Ora sono stati rimossi ma i responsabili di Neowin hanno ammesso di aver visionato parte della lista: "Possiamo dunque confermare che si tratta di caselle reali, tutte terminanti con "hotmail.com", "msn.com" e "live.com", e che la maggior parte di queste sembrano appartenere a utenti europei". La paura arriva dunque anche a casa nostra, dove le caselle Hotmail attive sono oltre 11 milioni. Microsoft Italia, da noi contattata, getta acqua sul fuoco per la situazione degli account italiani, spiegando che "abbiamo attivato già da qualche ora il nostro servizio clienti, ma la situazione finora appare tranquilla".

domenica 4 ottobre 2009

Se il Rally è la tua passione questo video fa per te!

A 1'25" un concentrato di segreti per superare anche gli sterrati più difficili del percorso...

venerdì 2 ottobre 2009

Amhardcore

Adriano


Dal quotidiano R7 arrivano le incredibili dichiarazioni dell’ex attaccante nerazzurro: “Mi presentavo ogni giorno ubriaco. Non dormivo per paura di fare tardi, ma alla fine arrivavo comunque in condizioni impresentabili e allora mi mandavano a dormire in infermeria, mentre ai giornalisti dicevano che avevo avuto qualche problema muscolare. Non smettevo mai di bere e la situazione divenne insostenibile, finché iniziai a entrare in conflitto con Mancini e dovetti lasciare l’Inter”.

L’ex “Imperatore” parla dei suoi problemi con assoluta sincerità: “Ho affrontato una depressione dal 2005 al 2009. Solo io so quanto ho sofferto. La morte di mio padre, nell’agosto del 2004, ha lasciato un buco enorme nella mia vita. Era la persona che mi ha reso quello che sono. Devo tutto a lui e alla mia famiglia. Quando è morto mi sono ritrovato molto solo, isolato. E’ stata la cosa peggiore. Ero in Italia, solo, triste è depresso. Ho cominciato a bere, ero solo felice di bere. C’erano feste ogni sera. E bevevo tutto quello che avevo davanti: vino, whisky, vodka, birra…un sacco di birra. La situazione è andata fuori controllo. Potevo solo dormire e bere. Mi svegliavo e non avevo idea di dove mi trovavo”.

Quello dell’alcol lo ha portato inevitabilmente ad avere frizioni con Mancini: “Giocavo per uno dei club più forti del mondo. Ho cominciato ad avere problemi con l’allenatore, Mancini, e con i compagni. La dirigenza dell’Inter ha provato ad aiutarmi, ma poi ho avuto dei problemi con Mancini, e continuavo a bere. Così ho lasciato l’Inter per il San Paolo, su idea del mio manager Gilmar Rinaldi”. Il secondo tentativo con l’Inter non è servito comunque a molto. “Sono tornato perché non c’era più Mancini ed era arrivato Mourinho, ma in Italia continuavo a sentirmi solo e triste. Mi dispiace per Mourinho, anche lui ha provato ad aiutarmi, ma alla fine sono dovuto andare via».

Il definitivo ritorno in Brasile tra le fila del Flamengo è stato fondamentale per l’attaccante. “Ho rinunciato ai soldi, ma ho comprato la mia felicità. Ho abbandonato i falsi amici per ritrovare quelli veri. E poi mi sono sentito sicuro e vicino alla mia famiglia. Ho amici nel giro della droga, così come nella polizia. Per me non fa alcuna differenza. Queste persone almeno non mi voltano le spalle”. Ma la droga non c’entra niente: “Il mio problema è stato solo con l’alcol, e basta. Bisogna avere una struttura piscologica forte. E grazie a Dio, ora sono abbastanza forte per essere Adriano”.

Edoardo Costa

Guru

The best of Davide - In forma con Davide

Non sò stare senza Facebook


ROMA - Si era introdotto all'interno di un appartamento con l'intento di rubare, ma trovando un pc acceso non ha resistito alla tentazione di collegarsi su Facebook e chattare con gli amici. Così, dopo sei mesi, un ventiseienne enne di Albano Laziale, comune alle porte di Roma, è stato individuato e arrestato dai Carabinieri della Stazione di Cecchina, sulla base di un'ordinanza di custodia cautelare.

IL PC ACCESO - Il giovane, già noto alle forze dell'ordine, lo scorso aprile si intrufolò in un appartamento per rubare. Ma, durante la perlustrazione trovò un pc acceso e tramite account personali, si collegò sul social network. Grazie ai suoi dati personali memorizzati sul pc, e soprattutto attraverso una mail, i militari sono riusciti a risalire alla sua identità. Dalle perquisizioni effettuate all'interno della sua abitazione, i Carabinieri hanno ritrovato parte della refurtiva rubata dall'appartamento. Il giovane è stato perciò arrestato con l'accusa di furto in abitazione e la refurtiva restituita al suo legittimo proprietario.