giovedì 31 dicembre 2009

Sondaggio 2009: Il Vincitore

I lettori di Vero Disagio hanno scelto: chi è il personaggio più disagio del 2009? Fabrizio Corona sorpassa tutti, con gran distacco.



domenica 27 dicembre 2009

mercoledì 23 dicembre 2009

Buone Feste! (Parte Seconda)


Mongolfiera Usa: tre mesi di carcere per Richard Heene

WASHINGTON - E' stato condannato a 90 giorni di carcere Richard Heene, l'uomo che libero' una mongolfiera a forma di Ufo due mesi fa in cielo, facendo credere che a bordo era rimasto intrappolato il figlio di sei anni. a terra si scopri' poi che la mongolfiera era vuota. Heene aveva poi confessato di avere architettato la beffa per fare pubblicita' ad un programma Tv reality sulla sua famiglia. Venti giorni di servizio sociale per la moglie Mayumi. (RCD)

mercoledì 16 dicembre 2009

Informare e Passare Parola! Le verità che non ci dicono!

Le idee regalo


Da un commerciante napoletano arriva un’idea utile per tutte le donne che girano e viaggiano spesso da sole, un oggetto che potrebbe diventare un’interessante idea-regalo: le hanno chiamate “mutande antiscippo” e mirano a evitare rapine e furti, almeno di denaro.

Si tratta di semplici slip a cui viene applicata una piccola tasca sulla parte frontale, dove nascondere soldi e piccoli oggetti preziosi. Per ora le mutande antiscippo esistono solo per donne, in quanto la tasca anteriore agli uomini darebbe alquanto fastidio, e per ragioni ovvie.

Un’idea forse riciclata (io ne possiedo un paio cucite direttamente dalla mia mamma) dalla saggezza di mamme e nonne appunto, ma non per questo meno efficace. 1,50 euro e passa la paura; attendiamo solo che l’idea venga applicata anche a modelli più sexy per poterla regalare.

venerdì 11 dicembre 2009

L'intervista

Belen: «Fabrizio ha tirato troppo la corda
Sposarlo ora? Sarebbe da cretina»

La fidanzata di Corona: «Ingiusto che paghi soltanto lui per un sistema che è tutto immorale»

Belen Rodriguez (Olycom)
Belen Rodriguez (Olycom)
MILANOBelen, se l'aspettava?
«Sì, nessuna sorpresa. Del resto non potevano assolverlo in primo grado, sarebbe stato un bluff».
Perché dice così?
«Perché dopo tutto il clamore solle­vato, gli inquirenti avrebbero fatto una brutta figura. Queste indagini non le paga forse lo Stato? Penso che avrebbero fatto meglio a spendere quei soldi nella ricostruzione del­l’Abruzzo anziché in intercettazioni sterminate».
La fidanzata d'Italia, ma in questo momento soprattutto di Fabrizio Co­rona, risponde amara al telefono. Pre­cisando subito: «Non rilascio questa intervista per difendere nessuno. I fat­ti per i quali Fabrizio è stato condan­nato non mi appartengono. Noi stia­mo insieme da un anno e quindi ai tempi non ho potuto dargli dei consi­gli».
Che idea si è fatta allora?
«Quando uno tira troppo la corda, alla fine paga il conto. Tutto qua».
La sua voce, però, tradisce molta delusione.
«Certo. Perché mi sembra ingiusto che lui paghi per tutto un sistema che è immorale. Il pm aveva chiesto addi­rittura sette anni e due mesi: neanche un omicida li fa. E Fabrizio non ha uc­ciso nessuno».
Infatti è stato condannato a tre anni e otto mesi.
«Lui sconta il suo atteggiamento da bullo, ma se non sbaglio la Costitu­zione non ti impedisce di esserlo. Pu­re io ho trovato poco intelligenti certi suoi comportamenti quando partì l’indagine. Uno che vuole farla franca è più furbo, abbassa i toni: lui in quel periodo era un po’ annebbiato».

Chi commette un reato deve paga­re. O non vale per Corona?
«Il punto è che almeno altre 1.500 persone dovrebbero essere sotto pro­cesso in Italia. Tutti i grandi impren­ditori, per fare tanti soldi, hanno usa­to metodi poco raccomandabili. Que­sto mi indigna, perché sono una che da quando aveva 16 anni si fa un maz­zo così e so cosa significa guadagnare ogni centesimo e pagarci le tasse. Ma mi rendo conto che se vuoi fare pa­recchi soldi onestamente non vai da nessuna parte».
Che fa, difende chi bara?
«Noi del mondo dello spetta­colo guadagniamo talmente tanto che dobbiamo stare zitti: questo è il prezzo da pagare».
A lei è mai successo di esse­re ricattata?
«Sì, subito dopo l’ Isola dei famosi , quando ancora non ero conosciuta come oggi e non avevo nessun fidanzato importante».
Come andò?
«Ero stata alle Maldive con mia sorella Cecilia, la persona più cara che ho al mondo. Un giorno bussò alla mia porta di Milano un fotografo: 'Ho questi scatti di tua sorella che fa il bagno nuda. Sai, io devo lavorare... Le pubblico o se pre­ferisci voi due insieme fate un servi­zio fotografico per me'».
Un ricatto bello e buono. Lo de­nunciò?
«No, perché ho capito che tanto tutte le agenzie fotografiche lavorano così. Moralmente l’avrei ammazzato, invece feci le pose che chiedeva. Fi­ne ».
Scusi, ma «moralmente» non «ammazzerebbe» anche il suo fidan­zato, visto che secondo i giudici di primo grado ha fatto le stesse cose?
«Mah... Io non ho mai sentito quel­le telefonate. E trovo curioso che sia stato assolto per la tentata estorsione a Lapo Elkann, mediaticamente più clamorosa».
Che succede ora tra lei e Fabri­zio? È vero che vi sposate?
«Se mi sposassi domani sarei pro­prio cretina, con tutti questi casi­ni... ».
Lo scarica nel momento del biso­gno?
«Ma no, con lui non cambia nien­te. Però, anche se non sono una che vive alla giornata, per sposarmi mi sento ancora giovane».

giovedì 10 dicembre 2009

Auguri da Napoli

Galleria Umberto, l'«albero dei desideri»
per Natale sparisce dopo una sola notte

Razziato per l'ennesima volta l'abete su cui vengono
apposti i bigliettini di turisti e napoletani | Video

Ecco l'albero di Natale al momento della sua installazione in Galleria (ph. F. Parrella)
Ecco l'albero di Natale al momento della sua installazione in Galleria (ph. F. Parrella)
NAPOLI - La scoperta è di questa mattina, ma il furto è stato portato a termine nella notte: è di nuovo sparito l'albero dei desideri della Galleria Umberto I. E questa volta non ha resistito neppure un giorno, anzi meglio, neppure mezza giornata. È diventato ormai un classico del Natale napoletano l'installazione dell'abete sui cui rami vengono appesi i «desiderata» di cittadini e turisti per Santa Claus, eppure altrettanto classicamente l'albero dei desideri è fatto oggetto di razzie e furti. L'ultimo, accaduto oggi, a due settimane dalle festività natalizie dopo essere stato issato con i suoi dieci metri di altezza soltanto nel tardo pomeriggio di ieri, mercoledì. Tra il terriccio fresco e qualche mattone, sul vaso vuoto che conteneva l'albero dei desideri una mano indignata ha lasciato un biglietto indirizzato a papà Natale.

«Fa che coloro che hanno fatto questo scempio, e tutti i loro simili - vi è scritto - possano diventare sterili e quindi non poter più produrre altra "spazzatura". Questa città e la stragrande maggioranza della gente, che purtroppo non ha voce, merita di più». Uno degli abituali frequentatori della galleria punta il dito deciso contro un'orda imprecisata di «scugnizzi». Ragazzini non meglio identificati. «Erano in venti e hanno portato via l'albero, tanto qui si sa chi è stato» spiega enigmatico.

Albero dei desideri, una storia tormentata

Anche nel 2002 l'abete fu rubato. Ritrovato poi alcuni giorni più tardi, gettato via tra i vicoli del centro. Nel 2005 fu sabotato, ovvero spezzato, per cui cadde al suolo, idem nel 2007, carico di lettere indirizzato a Babbo Natale. Nel 2006 campeggiava in bella vista tra i rami un gigante «No alla camorra». Durò pochi giorni e l'albero finì per la terza volta consecutiva di lungo sul pavimento lucido. Questo era il ventiseiesimo anno consecutivoche al centro della galleria veniva posto a decoro e disposizione dei passanti il sempreverde, omaggio e dono di Antonio Barbaro, presidente del Comitato commercianti. Una tradizione che quest'anno aveva un sapore particolare, con la conclusione dei lavori di restauro alle volte e ai mosaici della Galleria Umberto I.

Amareggiati anche i ristoratori. Il gruppo «Fratelli la Bufala» proprio da pochi giorni ha inaugurato un locale nella Galleria. «Dopo la crisi dell’immondizia - spiega Giuseppe Marotta presidente di FlB - avevamo deciso di non investire più in questa città. Ma l’amore e la voglia di tornare a vederla brillare è stata più forte di tutto e per questo qualche giorno fa abbiamo inaugurato un nuovo ristorante in Galleria. Ma - dice sconfortato - L’ultimo episodio del furto dell’albero di Natale è la prova dell’abbandono che ci circonda. Ma non ci scoraggia. Siamo lì da pochi giorni ma il nostro obiettivo sarà attirare solo chi ama e rispetta questa terra e speriamo che da parte delle Istituzioni ci sia un reale contributo per la sicurezza e la valorizzazione della Galleria Umberto I. Noi privati - concludono - possiamo mettercela tutta ma abbiamo bisogno del sostegno delle autorità»

Ostaggio dello Stato!

mercoledì 9 dicembre 2009

sabato 5 dicembre 2009

Number One

Scoperto il tesoro di Tanzi: quadri di Van Gogh e Picasso per 100 milioni di euro

Nelle soffitte e nelle cantine di amici. L'ex patron della Parmalat aveva assicurato di non averli

PARMA - «In casa mia non ci sono caveau con quadri preziosi». Lo aveva assicurato Callisto Tanzi non più tardi di lunedì 30 novembre dopo che la sera prima la puntata di Report aveva detto che l'ex patron della Parmalat aveva trafugato in Svizzera un patrimionio d'arte. Tanzi aveva ragione: il tesoro si trovava nelle soffitte e nelle cantine di tre case di amici ignari, due a Parma e una a Pontetaro. Pare sia stato il cognato Stefano Strini, marito di Laura Tanzi, una delle figlie, a piazzarle. Strini è indagato per ricettazione e favoreggiamento assieme a un mercante d'arte, sul nome del quale vige il segreto istruttorio.

Il tesoro di Tanzi
Il tesoro di Tanzi Il tesoro di Tanzi Il tesoro di Tanzi Il tesoro di Tanzi Il tesoro di Tanzi Il tesoro di Tanzi Il tesoro di Tanzi

GIÀ SUL MERCATO - La Guardia di finanza ha sequestrato sabato mattina 19 quadri e disegni definiti di grandissimo valore artistico, stimati della Fiamme Gialle in un valore superiore ai 100 milioni di euro. Sono gli stessi quadri che lunedì, durante un lungo interrogatorio in tribunale, Tanzi aveva negato di possedere. Secondo quanto spiegato dal procuratore capo di Parma, Gerardo Laguardia, i dipinti erano già sul «mercato»: l'intervento della procura ha impedito che fossero venduti. Per un dipinto di Monet c'era già un'offerta di 10 milioni di euro di un miliardario russo. Quattro giorni di intercettazioni telefoniche continuate (alcune durate trenta ore di seguito) hanno consentito di individuare i terminali di una trattativa che a breve avrebbe portato alla vendita in blocco di tutta la pinacoteca di Tanzi, probabilmente a Forte dei Marmi.

OPERE - Tra le opere sequestrate spiccano Il ritratto di ballerina, matita su carta Degas, un autoritratto di Ligabue, La scogliera di Pourville
di Monet, una natura morta di Gauguin, un tronco d'albero di Van Gogh, una natura morta di Picasso datata 1944, un ritratto di signora di De Nittis, un olio di Manet raffigurante alberi, una natura morta di Van Gogh, un acquerello su carta di Cezanne, un pastello di Pizarro, un paesaggio di Severini, un'illustrazione di Grosz e una matita di Bergerie di Modigliani.

venerdì 4 dicembre 2009

E' troppo focoso: si rompe il pene


Disavventura per 40enne bergamasco

Si è impegnato troppo, ci ha messo troppa foga, e il risultato è stato che un impiegato 40enne di Treviglio, nella Bergamasca, non è riuscito ad arrivare alla fine. Anzi: è finito direttamente in ospedale. Proprio sul più bello, durante un incontro particolarmente focoso con un'amica, ha sentito un dolore fortissimo: la sua partner ha dovuto chiamare il 118, e quando l'uomo è arrivato in ospedale la diagnosi è stata impietosa: "frattura del pene".

Il "fattaccio" è accaduto domenica scorsa: l'uomo era andato al cinema con la ragazza, dopodiché insieme hanno raggiunto il suo appartamento. Il clima era ideale e la coppia ha presto raggiunto la camera da letto decisa a consumare una focosa nottata. Dopo due ore intense di effusioni i due stavano per arrivare al culmine del loro amore quando è successo l’imprevedibile.

"Non avevamo fatto niente di strano - spiega il 40enne al Giornale di Treviglio, che riporta la notizia -. Era un rapporto normalissimo che stavamo terminando, quando all’improvviso ho sentito un 'crack' e un dolore fortissimo". E il suo organo genitale si è gonfiato a dismisura, diventando nero in pochi secondi. "Poi è cominciata l’emorragia - continua l'uomo -. Io non capivo niente, pensavo di morire, mentre lei era sotto shock". A salvare la situazione è stata proprio la donna, che ha chiamato immediatamente il 118 e, in attesa dell'ambulanza, ha applicato impacchi di ghiaccio alla "ferita".

L'uomo è stato trasportato d’urgenza al Pronto soccorso, dove gli è stata diagnostica la cosiddetta sindrome della "frattura del pene": "Mi hanno detto - spiega - che si era spaccato uno dei corpi cavernosi e si era rotta anche l’uretra". Medicato, il 40enne è stato trasferito nel reparto di Urologia, dove i medici l'hanno operato per restituire la forma all'organo, rimasto piegato a causa dell'emorragia. La delicata operazione è stata un successo, e il 40enne ha potuto lasciare l’ospedale: "La lettera di dimissioni consiglia di non praticare il sesso per 35 giorni - conclude - ma non credo che riuscirò a rispettare la prescrizione medica...".


Occhio Fino - La ballata del finocchio

giovedì 3 dicembre 2009

L'orangutan fotografo che ha conquistato Facebook

IL CASO / Sulla sua pagina personale ha già raccolto migliaia di fan

L'orangutan fotografo
che ha conquistato Facebook

Grande popolarità e migliaia di seguaci per il primate che scatta foto allo zoo in cambio di uva passa

L'orangutan Nonja
L'orangutan Nonja
MILANO - Si chiama Nonja ed è un orangutan di 33 anni ospite presso lo zoo di Vienna. Da quando gli è stata regalata una macchina fotografica che dispensa un chicco di uva passa a ogni click, lo scimmione non fa che collezionare scatti.

FOTO ONLINE – Da martedì scorso le sue foto quotidiane sono su Facebook, all’interno della sua pagina personale creata dai gestori dello zoo. Nonostante le immagini catturate da Nonja siano spesso sfuocate, l’orangutan ha già un nutrito seguito di (al momento) oltre 6 mila fan, che a quanto pare apprezzano i suoi scatti e non esitano a commentare entusiasticamente gli aggiornamenti di volta in volta pubblicati dal team del Tiergarten.

Le foto dell'orangutan Nonja
Le foto dell'orangutan Nonja Le foto dell'orangutan Nonja Le foto dell'orangutan Nonja Le foto dell'orangutan Nonja Le foto dell'orangutan Nonja Le foto dell'orangutan Nonja Le foto dell'orangutan Nonja

TALENTO INVOLONTARIO – Il numero degli amici di Nonja all’interno del social network cresce di ora in ora, e così la popolarità del fotografo in pelliccia. Come spiegato dal portavoce dello zoo, Gerhard Kasbauer, le fotografie «sono solo un prodotto collaterale del tutto casuale» dell’attività dell’orangutan, poiché quello che realmente interessa a Nonja non è certo la fotografia, bensì la dolce ricompensa che riceve ogni volta che pigia il bottone sulla macchinetta.

Solidarietà per Tiger - Atto II