mercoledì 20 gennaio 2010

Bambino incastrato in una pentola ...

I genitori di un bambino turco hanno dovuto chiamare i viglili del fuoco per disincastrare loro figlio da una pentola. Il piccolo stava giocando e nessuno si è accorto del suo pericoloso esperimento. Dopo esserci entrato, il bambino non è più riuscito a uscire. Il suo corpo è rimasto incastrato nella pentola. Soccorso dai vigili del fuoco, solo in ospedalo hanno potuto liberarlo. La pentola ha avuto la peggio, è stata rotta per permettere al piccolo di uscire. Il bambino sta bene e il padre è pronto a giurare che per un po' starà alla larga da questo genere di giochi.

martedì 19 gennaio 2010

Manchester United

Il Manchester è indebitato
E Glazer chiede un prestito ai giocatori

L'insolita richiesta del proprietario del club a calciatori e dipendenti

MILANO - I debiti ammontano a 550 milioni di euro. E rappresentano talmente una zavorra per il patron del Manchester United, Malcolm Glazer, da spingerlo a chiedere aiuto ai suoi giocatori. Proprio così: l'imprenditore statunitense di origini lituane, stando a quanto scrive il Sun, ha chiesto ai calciatori supporto sotto forma di pacchetti di obbligazioni da 50 mila sterline con una rendita annua del 7%. Un'offerta che Glazer ha esteso non solo alle stelle di Sir Alex Ferguson ma anche a tutti i dipendenti del club, con l'intenzione di rientrare dal debito che grava sul bilancio della società. La reazione dei giocatori del Manchester United è stata di sorpresa e incredulità, sottolinea il tabloid inglese: le stelle del Manchester sono rimaste «esterrefatte», mai immaginando che Glazer si sarebbe rivolto a loro per superare la crisi.

CLUB IN CRISI - La situazione finanziaria del Manchester United appare sempre più preoccupante, a tal punto che c'è chi si è spinto ad ipotizzare la vendita del centro sportivo di Carrington (o addirittura l'Old Trafford) per far fronte all'enorme esposizione debitoria. «I giocatori non sanno cosa fare - ha dichiarato una fonte anonima interna al club -. Molti sono confusi perchè non riescono a capire come sia possibile che i loro datori di lavoro si rivolgano proprio a loro per avere liquidità. Alcuni giocatori sanno riconoscere i buoni investimenti, ma la maggior parte non pare intenzionata ad investire su chi paga loro lo stipendio».

venerdì 15 gennaio 2010

Coltivava marijuana, ma per le galline

Denunciato un contadino di 82 anni. Il legale: non è un appassionato di droghe, si tratta di una vecchia usanza

TRENTO - Coltivava marijuana nel suo orto, ma era destinata alle galline. Si è difeso così un contadino di 82 anni di Pergine Valsugana (Trento), denunciato e finito sotto processo. La difesa vuole dimostrare che l'anziano non è un appassionato di sostanze stupefacenti e che «coltivava le piante per dare da mangiare alle galline», usando la cannabis sativa (canapa), come si faceva una volta nelle valli trentine, sia come fibra al posto del cotone, sia come antiparassitario biologico, sia come mangime per gli animali da cortile.

DISCIPLINA RIGIDA - Il caso - sottolinea il quotidiano L'Adige che riporta la notizia - è problematico dal punto di vista penale perché vi è una rigida disciplina in materia, che non distingue tra chi coltiva cannabis per usi legati all'assunzione di stupefacenti e chi lo fa per motivi analoghi a quelli del contadino trentino o per scopi scientifici. A denunciare la presenza sospetta della pianta illegale coltivata vicino a insalata e pomodori è stato un vicino, che ha segnalato il caso alla Guardia di Finanza: dopo il sopralluogo il fatto è stato segnalato all'autorità giudiziaria.

sabato 9 gennaio 2010

Evasori totali, vanno dall'usuraio per giocare al casinò

Denunciato un pensionato che ha depositato in banca oltre 3 milioni in sei anni. Prestava soldi a centinaia di persone, 16 sconosciute al Fisco

Nei guai giocatori del casinò sconosciuti al Fisco (archivio)

Nei guai giocatori del casinò sconosciuti al Fisco (archivio)

TREVISO - Sconosciuti al fisco, ma incalliti giocatori ai casinò tanto da chiedere prestiti a tassi usurai. Questo è quanto ha scoperto la Guardia di Finanza di Treviso che ha denunciato per usura ed esercizio abusivo di attività finanziaria un trevigiano di 76 anni, pensionato, che in sei anni ha depositato sui suoi conti correnti bancari oltre 3 milioni di euro concedendo in forma abusiva a incalliti giocatori dei casinò sloveni di Nova Gorica prestiti in denaro contante o in fiches in cambio di assegni con interessi superiori al 10 per cento giornaliero. Oltre 200 i giocatori che hanno beneficiato del prestito: per 38 ci saranno accertamenti fiscali e patrimoniali vista la discrepanza fra l’attitudine a frequentare le case da gioco (e le enormi cifre perse) e i redditi dichiarati; 16 giocatori risultano completamente sconosciuti al fisco, benché conducessero una vita piuttosto agiata. I finanzieri di Conegliano hanno verificato che l’ex imprenditore di Farra di Soligo (Treviso) per due anni, in forma sistematica, ha erogato prestiti dietro il rilascio di assegni per un importo pari alla somma erogata maggiorata di un ammontare a titolo di interesse/corrispettivo per il servizio prestato, raggiungendo somme anche di 50 mila euro. Per questa attività il pensionato aveva tre conti correnti bancari sui quali sono transitati oltre 3 milioni di euro: due conti erano fittiziamente intestati a una camerunense ma l’indagato aveva piena delega a operarvi. Nel 2009 sono stati 72 i trevigiani sconosciuti al fisco scoperti dai finanzieri. La maggior parte con barche, auto di lusso, ville e con case in località turistiche di pregio, come Cortina d’Ampezzo.

mercoledì 6 gennaio 2010

L'ambulanza riparte con il portellone aperto: l'ammalato cade e muore

La magistratura indaga sulla morte di un uomo 80 anni originario di Molfetta. L'episodio e il decesso a dicembre

BARI —L’ambulanza riparte con il portellone posteriore aperto, il paziente perde l’equilibrio e scivola verso l’asfalto. Cade dalla vettura, urta la testa e muore dopo l’ultimo tentativo dei medici del Policlinico di salvargli la vita in sala operatoria. Le responsabilità e i contorni della vicenda sono ancora poco chiari, ma questa è al momento la ricostruzione fatta dalla magistratura che indaga sulla morte di un anziano di 80 anni, residente a Bari ma originario di Molfetta. Il fascicolo è nelle mani del pm Ciro Angelillis, che ha dato mandato alla polizia giudiziaria di acquisire le cartelle cliniche dell’uomo e si accinge a nominare un medico legale per eseguire l’autopsia sul cadavere dell’anziano. L’80enne è morto poco prima di Natale, lo scorso 22 dicembre, dopo alcuni giorni di agonia post operatoria. Nonostante l’età e qualche piccolo problema, l’anziano godeva in generale di buona salute. Dopo il decesso, la famiglia dell’uomo ha presentato una denuncia in commissariato ed è stato aperto un fascicolo.

Sono stati già ascoltati i protagonisti della vicenda, le persone in qualche modo coinvolte nell’incidente che potrebbe aver causato la morte del paziente. Ovvero, l’autista dell’ambulanza del Policlinico, un ausiliare e un infermiere. Per adesso si tratta di una indagine conoscitiva, non ci sono quindi nomi iscritti nel registro degli indagati. Il pm ha deciso di attendere i risultati dell’autopsia prima di far partire eventuali avvisi di garanzia. Anche perché, al momento, non è semplice individuare le singole responsabilità: il magistrato, ad esempio, vuole capire se l’operazione chirurgica, alla quale è stato sottoposto l’80enne dopo la caduta, è stata eseguita con tutti i crismi o se, al contrario, possa aver contribuito a peggiorare il quadro clinico.

Stando alla denuncia presentata dai parenti e alle prime informazioni raccolte dagli inquirenti, i fatti si sarebbero svolti tra i primi giorni di dicembre e il 22 dello stesso mese, giorno del decesso. Ad inizio dello scorso mese, il quattro, l’anziano viene trasportato dai parenti al pronto soccorso del Policlinico per un edema in corso. Dopo una prima visita, i medici decidono di sottoporlo ad un esame più approfondito e dispongono una radiografia. Il paziente, quindi, viene fatto salire su un’ambulanza e trasferito a radiologia.

E’ a questo punto che le testimonianze diventano poco chiare e in parte si contraddicono tra loro. Secondo l’autista dell’ambulanza e l’ausiliario, l’80enne era molto irrequieto aveva rifiutato la carrozzella e si dimenava. Fatto sta che l’infermiere della clinica radiologica apre lo sportello del mezzo per far scendere l’uomo, ma l’ambulanza riparte improvvisamente. L’anziano perde l’equilibrio e cade sull’asfalto, urtando la testa. Le condizioni appaiono subito complicate, la botta provoca un importante trauma cranico. Il paziente viene portato in sala operatoria, la prognosi resta riservata. Fino al 22 dicembre, quando l’80enne muore. La polizia giudiziaria, ieri ha acquisito le cartelle cliniche, ma sarà fondamentale il risultato dell’autopsia. Nelle prossime ore sarà nominato il medico legale che dovrà eseguire l’esame.

martedì 5 gennaio 2010

I vigili rubano il posto a una disabile


Il caso a Manduria, nel Tarantino. L'auto parcheggiata sulle strisce gialle. «Le ho ottenute dopo cinque anni»

TARANTO - Da tutti se l’aspettava di vedersi occupato il posto riservato ai disabili come lei. Ma non dai vigili urbani. «Invece sono proprio loro, ogni mattina, che parcheggiano con l’auto di servizio nel rettangolo con le strisce gialle e il contrassegno dei portatori di handicap». La denuncia è di Gabriella Lazzaris, una quarantaduenne dipendente del comune di Manduria costretta da cinque anni a vivere in carrozzella per gli esiti di un incidente stradale. L’impiegata che ogni giorno deve superare le solite barriere architettoniche per recarsi sul proprio posto di lavoro, ha sopportato sino a ieri l’ennesima offesa alla sua disabilità. Ad occupargli l’unico posto auto che la sede comunale riserva a quelli nelle sue condizioni, non è il solito «furbetto» che utilizza il tagliando arancione di un parente per non pagare la sosta nelle strisce blu. Questa volta ad infrangere le regole, sostando in una zona di divieto, è addirittura il furgone della polizia municipale.

La combattiva dipendente dell’ufficio cultura del comune di Manduria che vive separata dal marito con due figlie ancora minorenni, si è già fatta promotrice di una proposta provocatoria, non accolta da nessuno, rivolta a tutti i suoi colleghi. «Ho chiesto loro di trascorrere un’intera giornata lavorativa stando su una carrozzella come la mia: un solo giorno e capirebbero una piccolissima parte di quello che si può provare lavorando in queste condizioni». Perché la mancanza del posto auto è solo uno degli impedimenti architettonici che la disturbano. Il tragitto che deve percorrere per entrare nel suo ufficio non è adatto a chi si sposta su ruote perchè il pavimento è lastricato con chianche sconnesse di pietra usurata dal tempo; la porta della sua stanza è di quelle normali che si chiudono e aprono dall’interno per cui ogni volta ci deve essere un collega ad alzare il saliscendi e spalancare completamente l’uscio. Ma il colmo sono i servizi igienici: assenti. «Praticamente non ho un bagno perché quello chimico che hanno messo fuori esposto al pubblico, non è praticabile per una in carrozzella per cui qualcuno ha avuto il pudore di mettere il cartello con la scritta "guasto"». E quando capita di averne bisogno? «Devo trovare la disponibilità di un collega che mi accompagni a casa altrimenti vi lascio immaginare».